“La tristezza bianca è la tristezza di denti, ossa, unghie e stelle, ma è anche la tristezza dei cereali, delle cuffie da doccia, della spuma letteraria, è la tristezza dei capelli bianchi di zia Jenny che le coprono il corpo come un lenzuolo, giù fino alle dita dei piedi, mentre distesa sul letto di morte terrorizza i bambini portati da lei uno per uno a dirle addio. È la tristezza delle onde radio che viaggiano nello spazio per sempre, è la voce di John Lennon durante le interviste, la sua voce che si indebolisce sempre più mentre le onde passano in un’eterna successione di galassie, non ancora alla meta, eppure…”