“La tristezza blu è dolcezza tagliata in tante strisce con le forbici e poi fatta a pezzettini con un coltello, è la tristezza delle fantasticherie e della nostalgia: potrebbe essere, ad esempio, il ricordo di una felicità che ormai è solo un ricordo, nascosto in una nicchia che non si può spolverare perché è difficile da raggiungere; visibile e polverosa, la tristezza blu sta nella nostra incapacità di spolverarla, è irraggiungibile quanto il cielo, è un fatto che riflette la tristezza di tutti i fatti. La tristezza blu è quella che vorresti dimenticare ma non puoi, come quando su un autobus ti viene in mente all’improvviso, con assoluta chiarezza, un batuffolo di polvere in un armadio, un pensiero così strano e incomunicabile che ti fa arrossire, un rosa intenso che si diffonde sulla realtà blu della tristezza, creando una situazione che può essere paragonata solo a un tempio che esiste, ma per visitarlo bisogna percorrere duemila chilometri con le racchette da neve e su una slitta trainata dai cani, cinquecento a cavallo e altri cinquecento in barca, e infine mille in treno.”