“La tristezza viola è la tristezza della musica classica e della melanzana, lo scoccare della mezzanotte, organi umani, porti isolati per mesi ogni anno, parole con troppi significati, incenso, insonnia e la falce di luna. È la tristezza dei soldi finti dei giochi, degli iceberg visti da una canoa. Al ritmo della tristezza viola si può ballare ma solo un ballo lento, lento come il tempo che ci vuole per scavare una buca che possa contenere un gigante addormentato. La tristezza viola è dilagante e penetra più a fondo dei più grandi depositi di nickel del mondo, o di ogni altra tristezza sulla Terra. È la tristezza dei magazzini, di tacchi che rimbombano in un lungo corridoio, è il suono di tua madre che di notte chiude la porta lasciandoti sola.”